Cisti sacrococcigea (o malattia pilonidale o sinus pilonidalis)
La Cisti Sacrococcigea o “Sinus Pilonidalis” (letteralmente: “nido di
peli”) o Malattia Pilonidale (MP) è una patologia acquisita, causata da
peli che si “incarniscono” ed infettano sulla linea mediana della
regione sacrococcigea. Viene colpita la cute ed il sottocute di tale
regione e, per tale motivo, la MP può essere definita come una “malattia
dermatologica”.
Ciò avviene centralmente, spesso in seguito a microtraumi,
specialmente in soggetti irsuti (quindi, più spesso nel sesso maschile
con un rapporto M:F di 3:1) mediante un un meccanismo di vero e proprio
“risucchio”, per poi diffondersi ai lati, in modo più o meno complesso.
Non a caso, gli Americani chiamano questa malattia “Jeep disease”. La MP
(vedi immagine sottostante) si può presentare in fase acuta (ascesso) o
croni
Invece, in moltissimi casi ed in accordo agli studi di John Bascom,
pubblicati sin dal 1980 (“Pilonidal disease: origin from follicles of
hairs and results of follicle removal as treatment”. Surgery, 1980; 87:
567-72), è possibile operare la Malattia Pilonidale mediante escissione mirata dei soli
piccoli orifizi cutanei centrali, delle sole fistole che da qui si
dipartono (“fistulectomia”) e delle sole cisti (“cistectomia”). D’altro
canto, essendo la Malattia Pilonidale una malattia sostanzialmente dermatologica,
sottoporre il paziente ad ampie resezioni, come amava dire J. Bascom,
equivale a “tagliare la testa ad un paziente solo perchè ha un foruncolo
sul mento”).
Tale escissione (“fistulectomia” e “cistectomia”) può essere eseguita
(“carotaggio”) mediante trefine o curettes o “punch” per biopsia,
secondo una variante Israeliana della tecnica originaria di Bascom del
1980 (Moshe Gips et al. Diseases of the Colon & Rectum 2008; 51:
1656-63 – ARTICOLO). Io ho personalmente combinato le due tecniche,
variandole leggermente e, credo, perfezionandole (VIDEO 1, 2, 3, 4, 5).
Eventuali più ampie incisioni (ad esempio per drenare ascessi) andranno
eseguite solo lateralmente, dove, sempre per motivi meccanici, le
ferite tendono a guarire in tempi rapidi (“Pilonidals: Distilled Wisdom”.
Bascom J, Basso L. Società Italiana di Chirurgia Colorettale, 2010). In
ogni caso, non bisogna certo adattare il paziente all’intervento, ma
adeguare l’intervento al paziente ed al suo particolare stato locale
(“tailored surgery”). Secondo la tecnica originaria di Bascom del 1980
le escissioni di cui sopra, pur sempre “mini-invasive”, venivano
eseguite mediante bisturi (VIDEO 6).
Come regola “standard” si può riprendere il lavoro o la Scuola /
Università, cercando di limitare la posizione seduta ad “angolo retto”
dopo 3 o 4 giorni (salvo complicazioni). La ripresa dell’attività
sportiva può avvenire, a seconda degli sports, dopo: 7 giorni (corsa,
tennis, sci, scherma, ginnastica / aerobica a corpo libero ed attività
similari -purchè non sulla schiena-) – 20 giorni (nuoto, calcio, rugby
ed attività similari) – 30 giorni (ciclismo, canottaggio, equitazione ed
attività similari).
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PRIMA dell’intervento |
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DOPO 15 giorni |
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Subito dopo l’intervento
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DOPO 20 giorni
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Solo in casi particolari, di malattia plurirecidiva, molto estesa e
complicata si potranno prendere in considerazione ampie escissioni che,
se eseguite mediante la preparazione di appropriati lembi cutanei (ad
esempio: plastica a “Z”), guariscono in tempi più lunghi ma pur sempre
brevi (generalmente circa 20 giorni).
Per coloro che desiderassero approfondire l’argomento segnalo: